Le aziende italiane produttrici di pelle per interior auto rappresentano una piccola parte del settore conciario nazionale. Ciò nonostante l’industria “automotive” è quella dove è maggiormente avvertita la necessità di innovazione e di ricerca. Questa necessità è strettamente collegata alla natura dei clienti, ovvero le case automobilistiche, che richiedono alle concerie requisiti molto stringenti sul prodotto privilegiando la standardizzazione delle performance del cuoio alle caratteristiche organolettiche o puramente estetiche così come accade per l’industria del fashion. La pelle per rivestimento di interni auto, infatti, nel proprio ciclo di vita subisce sollecitazioni termiche, ambientali, fisiche e meccaniche estreme rispetto alle altre destinazioni d’uso che nel tempo possono determinare alterazioni merceologiche indesiderate sul componente rivestito. Rispetto agli altri materiali per interno auto (es. polimerici, tessuti), dove il controllo di processo e la natura dei materiali stessi consentono una forte standardizzazione della produzione, il cuoio presenta ancora molte criticità spesso indotte dalla mancanza di know-how specifico sia legato alla ricerca di base che a quella applicata.
Per questo motivo, su spinta del comparto conciario di riferimento del distretto di Arzignano e volendo cogliere la spinta all’innovazione settore, la Stazione Sperimentale ha deciso di strutturare un programma di ricerca ad hoc per il settore dell’Automotive.
Oltre alle attività di ricerca coperte da finanziamenti pubblici, nella Programmazione 2020-2022 sono state previste risorse per progetti di ricerca di base specifici per l’automotive e che potranno generare know-how utile sulla correlazione tra struttura e proprietà del cuoio da riversare sulle altre destinazioni d’uso del cuoio.
Il primo progetto è sullo studio delle tensioni di ritiro di cuoi conciati alla glutaraldeide per automotive e l’influenza della ricettazione sul fenomeno. Per il settore automotive la contrazione dimensionale dovuta alle condizioni ambientali all’interno dei veicoli (es. elevate temperature) rappresenta uno dei fattori più delicati nella selezione dei materiali da rivestimento. Alla tendenza alla variazione dimensionale nelle condizioni di utilizzo, infatti, è imputata una serie di difetti merceologici come il distacco dal supporto sottostante o la formazione di grinze superficiali del cuoio da rivestimento (es. plance, pannelli porta). Per prevenire l’insorgere di tali difetti, le case automobilistiche e le aziende della Supply Chain hanno definito test di laboratorio con requisiti specifici sul comportamento dimensionale del cuoio per effetto di condizionamenti ambientali (ciclici e non), che, comunque, non sembrano garantire efficacemente il controllo del fenomeno. La scelta sull’uso di conce bianche (Glutraldeide – GTA) per rivestire componenti degli autoveicoli a diretta esposizione al sole (es. plance) è motivata alla migliore risposta del materiale alle sollecitazioni climatiche. È noto, infatti, che tali cuoi presentino una stabilità dimensionale superiore di quella dei cuoi conciati al cromo.
Ad oggi, il controllo qualità sulla contrazione del cuoio della maggior parte delle case costruttrici è limitato alla verifica in termini “dimensionali”. Sembra, però, che tali attività di verifica della compliance non consentano ancora un controllo efficace se correlati con le difettosità riscontrate nell’uso sui componenti rivestiti. Ciò rende necessario uno studio approfondito della risposta del materiale alle sollecitazioni termiche ed ambientali non solo in termini di deformazioni indotte, ma di tensioni sviluppate, tenendo conto delle caratteristiche di processo (es. concia) della tipologia di rifinizione utilizzata, e dell’anisotropia del comportamento nelle differenti zone tipica del cuoio…. continua a leggere su CPMC 1(2020)
Dipartimento sviluppo prodotto
Ing. Rosario Mascolo
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