Dopo che la delegazione italiana alla commissione “CEN/TC 289 Leather” ne aveva fatto richiesta nel 2017, si è concluso il processo di revisione della norma sull’analisi quantitativa dei tannini con il metodo del filtro, con la sua pubblicazione nel maggio del 2020.
La richiesta di revisione della prima edizione del 2012, ed il lavoro che ne è seguito, ha risposto all’esigenza di rendere il testo della norma più snello, chiarendo e dettagliando dei passaggi che sono fondamentali e, nel contempo, snellendo altre parti della procedura, obbiettivamente ridondanti, in modo da rendere il documento più utile ed applicabile, soprattutto a coloro che non hanno un’esperienza pregressa con questa norma.
Questo metodo utilizza per determinare le sostanze concianti un approccio tecnologico, ovvero sfrutta l’interazione tra la polvere di pelle (solo leggermente conciata al cromo allo scopo di prevenirne la putrefazione, ma con ancora moltissimi siti reattivi, equiparabile quindi ad una pelle da conciare) e una miscela acquosa di campione da analizzare, andando quindi a simulare ciò che avviene all’interno del bottale e delle vasche della concia. Il principio del metodo infatti prevede che la polvere di pelle standard, immessa opportunamente (in modo che non si formino percorsi preferenziali) in una campanella di vetro di dimensioni opportune viene fatta attraversare, ad una velocità stabilita, da una soluzione a concentrazione nota del campione da analizzare. Le sostanze che vengono trattenute ad opera della pelle sono quindi attribuibili, e quantificabili, come sostanze concianti.
È interessante notare che, nonostante il metodo ISO 14088 sia stato pubblicato nella prima versione solo pochi anni fa, in realtà è probabilmente il metodo più antico dell’ambito conciario: infatti è la versione ISO del metodo del filtro, utilizzato fin dal secolo diciannovesimo per determinare, perlomeno a livello europeo, la quantità di tannini presenti nei prodotti commerciali. Anzi, il primo incontro e fondazione della Society of Leather Technologists and Chemists è del 1897, ed aveva proprio lo scopo di definire dei metodi di analisi condivisi: infatti, all’epoca, allo scopo di analizzare il conciante più diffuso dell’epoca (ricordiamo che la concia al cromo cominciò a prendere piede più tardi, nei primi decenni del secolo scorso) esistevano il metodo per scuotimento, diffuso soprattutto negli Stati Uniti, e il metodo del filtro (o della campanella). I metodi, confrontati tra di loro davano risultati non equiparabili, e quindi si possono ben intuire le ricadute a livello commerciale: il dibattito si è protratto per molti anni e si è concluso con l’accettazione generale ad utilizzare il metodo del filtro come standard ISO riconosciuto.
Il metodo, per la sua peculiarità, anche nella versione appena pubblicata necessita comunque di una certa attenzione e manualità per essere applicato correttamente; a tale scopo i tecnici della SSIP sono a disposizione per condividere la propria esperienza e fornire il supporto necessario a tutti coloro che ne facciano richiesta.
Dott.ssa Tiziana Gambicorti
Responsabile Sezione Distretto Industriale Toscana