Il progetto di Assomac “Supplier of Sustainable Technology”, che ha prodotto la “Targa verde”, inaugura un ciclo di confronto con le istituzioni pubbliche, le aziende e le associazioni imprenditoriali dei settori a noi vicini per ampliare il campo dell’ecologia nella gestione d’impresa: un lavoro che prosegue con il monitoraggio degli eventi sul tema della sostenibilità.
Il primo appuntamento a cui abbiamo partecipato è stato il seminario con Quantis (Milano, 26 febbraio), intitolato “Per un 2019 all’insegna di una moda più sostenibile”, in conclusione della Fashion Week. La sessione ha presentato i risultati di dello studio Measuring Fashion: Insights from the Environmental Impact dello studio Global Apparel and Footwear Industries, realizzato da Quantis e condiviso con il New York Times.
Questo seminario faceva seguito a COP24, la principale conferenza mondiale sul clima, svoltasi in Polonia nel dicembre 2018, e durante la quale era stata scritta la “Fashion Industry Charter for Climate Action“, firmata dai principali marchi della moda, abbigliamento e calzature, mondo tessile e mondo pelle. Un impegno del settore a ridurre del 30% le emissioni di gas a effetto serra entro il 2030, per allineare l’industria della moda all’obiettivo globale di limitare il riscaldamento a 2°C.
Il prossimo appuntamento al quale dovremmo prepararci sarà la conferenza “Sustainable Brands Paris”, che si terrà a Parigi, la città della COP21. Sarà la più grande conferenza europea su sostenibilità e innovazione. Assomac potrebbe essere un partecipante motivato a sondare il terreno e trovare alleanze per la qualificazione dei processi di produzione eco-sostenibile.
Il nostro progetto “Supplier of Sustainable Technology” parte dal concetto che la sostenibilità ambientale si coniuga con il welfare e l’inclusione sociale. La riduzione dell’impatto ambientale non è un fattore limitativo, anzi è una grossa opportunità di business perché a livello globale la moda vale 2,5 mila miliardi di dollari ed è a contatto stretto con i consumatori più informati. Noi, in questo processo vogliamo non solo reagire alle imposizioni che ci verranno dal mercato e dalle istituzioni, ma avere un atteggiamento proattivo, cioè avere la capacità di prevenire e anticipare i problemi e i bisogni futuri dei consumatori finali, e quindi dei nostri clienti.
In campo per sviluppare un programma di sostegno agli investimenti sostenibili, delle linee guida per preparare il bilancio di sostenibilità sociale e ambientale, la complessa metodologia di “Sustainability Reporting”.
Con questa idea del patto di filiera abbiamo molti progetti che, insieme, approfondiremo.
Gaetano Amatruda
Ufficio Stampa Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli