Recupero delle pelli di pesce: risorsa per l’industria conciaria

 

Il processo di produzione della pelle, attraverso la fase principale di concia, costituisce in larga parte il risultato di un’attività di trasformazione e valorizzazione di scarti derivanti dall’industria alimentare (carne).

L’industria ittica sembra essere un potenziale importante per l’industria della pelle, tenuto conto del fatto che non tutto il pesce pescato viene destinato al consumo diretto o conservato, in quanto buona parte viene distrutto per ragioni  di mercato e solo in alcuni casi trasformato in farine per uso alimentare. L’interesse di molti paesi verso il mare come fonte di alimenti, materie prime ed energia ha portato alla regolamentazione della gestione e della conservazione delle sue risorse.

Le ricerche sulla possibilità di conciare le pelli di pesci sono state rivolte in particolare alla lavorazione di pelli di pescecane conosciuti con la denominazione di Elasmobranchii, che ha rappresentato la principale fonte di materia prima per la produzione di “cuoi marini”.

Un’altra specie di pesci è costituita dai Teleostii, famiglia che comprende pesci commestibili come il merluzzo, il rombo, lo stoccafisso e il tonno.

Nelle figure 1 e 2 i riportano immagini ottenute con uno stereomicroscopio delle superfici di pelli di razza e di tonno solo conciate.

 

 

Le pelli di pesce differiscono dalle pelli di mammiferi in quanto esse hanno squame al posto dei peli e non contengono cellule grasse. Inoltre, le fibre costituenti la pelle di pesce non sono disposte in tutti i sensi come nel tipico intreccio fibroso delle pelli di mammiferi, ma sono invece disposte parallelamente in strati orizzontali collegati tra loro da fasci di fibre verticali, quest’ultime fanno da sostegno alla struttura dalla grana fino allo strato carne.

In fig. 4 si può osservare l’immagine di una sezione trasversale di una pelle di tonno ottenuta con un microscopio ottico in trasmissione.

 

 

Altre differenze sono date dalla reattività del collagene nei confronti di acidi ed alcali, dal contenuto di acqua più elevato e dal valore di temperatura di contrazione più basso rispetto a pelli di mammiferi.

Per quanto riguarda il tipo di lavorazione delle pelli di pesce si può usare sia lo schema tradizionalmente usato per le pelli terrestri che può tuttavia differire in alcune fasi in base alle caratteristiche della materia prima, in sostanza in molti casi risulta simile al processo di concia impiegato per le pelli di rettile. Con le moderne tecniche conciarie applicate alle pelli è possibile ottenere anche per le pelli di pesce un prodotto di elevata qualità.

Negli studi effettuati fino ad oggi i risultati ottenuti dai test hanno mostrato un’adeguata resistenza fisica delle pelli per poter essere utilizzate nella produzione di articoli in pelle; tuttavia, queste pelli risultano piuttosto sottili, a causa delle loro caratteristiche strutturali, rispetto ad altri tipi di pelle.

Si ritiene importante valutare le caratteristiche peculiari delle varie specie al fine di progettare specifiche ricette di processo, oltre a trattamenti meccanici specifici, per lo più artigianali.

Il ricorso a pelli di pesce per produrre scarpe, borse eleganti, astucci per cellulari e altri articoli per pelletteria può presentare nuove opportunità di ricerca e di lavoro partendo da risorse naturali.

 

 

 

A cura di 

Dott.ssa Roberta Aveta – Tecnico di microscopia/servizi di diagnostica avanzata

 

Pubblicato il: 21 Mar 2023 alle 11:22

 

 

La mostra “La Casa del Guanto” sarà visitabile presso il Museo della Moda di Napoli – Fondazione Mondragone dal 19 gennaio al 12 marzo 2024.

 

Per info e prenotazioni: https://museodellamodanapoli.com/

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