Nel pieno della crisi climatica, proteggere l’ecosistema è una sfida che riguarda tutti. Per questo l’introduzione nella Costituzione della tutela dell’ambiente è un grande passo avanti verso un futuro sostenibile.

La Camera ha approvato la proposta di legge che modifica due articoli costituzionali, il 9 e il 41, per tutelare l’ambiente, la biodiversità, gli animali e gli ecosistemi.  

 

Per comprendere meglio la portata innovativa della riforma in esame, bisogna fare un passo indietro e ricordare che la nostra Costituzione originariamente non aveva considerato l’ambiente quale oggetto di specifica tutela. Per questo motivo, la giurisprudenza della Corte costituzionale attraverso la lettura combinata degli articoli 9 (relativo alla tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico) e degli articoli 2 e 32 (riguardanti, il primo, i diritti inviolabili dell’uomo e il secondo, la tutela del diritto alla salute) ed infine dell’art. 41 (relativo all’iniziativa economica privata) è arrivata ad affermare che l’ambiente è un valore costituzionale e che la tutela ambientale è un diritto protetto costituzionalmente.  

 

Tante volte abbiamo sentito la definizione di sviluppo sostenibile “Lo sviluppo sostenibile è quello sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri” nata nel 1987 dal rapporto di Brundtland a causa della presa di coscienza che negli anni, lo sfruttamento delle risorse del pianeta ha prodotto effetti devastanti.  

Definizione che negli anni si è arricchita grazie all’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile in cui per la prima volta, la tematica della sostenibilità è stata affrontata non solo a livello ambientale ma anche sociale ed economico in una visione integrata. 

 

La Stazione Sperimentale ha da sempre attuato numerosi progetti di ricerca dedicati da una parte al recupero di materiali, dall’altro allo studio di tecnologie innovative per il trattamento delle acque reflue e dei fanghi, supportando in questo modo le imprese del settore conciario abilitato ad adottare soluzioni più sostenibili all’interno della sua filiera. Progetti rivolti a rendere appunto i processi di concia sempre più rispettosi per l’ambiente, dunque perfettamente in linea con la transizione ecologica. E’ molto importante che l’ambiente entri a pieno titolo nella nostra Costituzione, suffragando l’impegno nella via della sostenibilità che il settore ha da tempo imboccato.

 

 

La mostra “La Casa del Guanto” sarà visitabile presso il Museo della Moda di Napoli – Fondazione Mondragone dal 19 gennaio al 12 marzo 2024.

 

Per info e prenotazioni: https://museodellamodanapoli.com/

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