Grazie alle peculiari caratteristiche merceologiche derivanti dallo specifico processo produttivo, le pergamene, materiali di antichissima tradizione,

continuano a trovare impiego nella produzione di oggetti di pregio, particolarmente nell’ambito dell’interior design; il loro impiego, ad esempio, per la produzione di paralumi e altri oggetti di arredo, nell’ambito dei quali vengono valorizzate caratteristiche merceologiche come i tipici effetti di semi-trasparenza, lascia attualmente aperta una sfida per favorire l’impiego progressivamente crescente delle pelli, nel campo dell’interior design, in qualità di materiali circolari di elevato pregio e prestazioni, per la produzione dei quali non è peraltro previsto impiego di tradizionali concianti. 

Fig. 1. Esempio di un paralume in pergamena 

 

Testimonianze dell’utilizzo di tale materiale risalgono realtà a duemila anni prima di Cristo, principalmente derivanti dalle civiltà Egizie, Ebree, Assire e Persiane, sebbene in Naturalis Historia XIII 11, Plinio il Vecchio riferisce che la tecnica di lavorazione della pelle per ottenere la pergamena fu eseguita per la prima volta a Pergamo (da cui il nome pergamena), su iniziativa del re Eumene II (195-158 a.C.), in risposta al faraone Tolomeo Epifanio, che aveva proibito l’esportazione del papiro dall’Egitto.  

Il processo produttivo della pergamena, rimasto a lungo invariato, consisteva nello specifico nella lavorazione delle pelli (prevalentemente di montone, pecora agnello e vitello), sostanzialmente consistente nella depilazione con calce, seguita da una lunga essiccazione in trazione.  

La pergamena è andata poi sostituendosi al papiro, a partire dal IV sec. d.C., in ragione dei numerosi vantaggi economici e prestazionali derivanti dal suo utilizzo, stravolgendo irreversibilmente l’unico paradigma del processo produttivo dei supporti di scrittura, fino ad allora esistente. Anche dopo la diffusione della carta stampata (a partire dal XV sec., nel quale cominciò a diffondersi l’utilizzo di lettere di piombo per stampa), la pergamena è riuscita a continuare ad imporsi nell’ambito delle scritture di particolare solennità e con carattere di rilevanza ufficiale, garantendo la durata nel tempo di tali documenti. 

L’impegno della Stazione Sperimentale nel campo del Cultural Heritage ha d’altro canto consentito di effettuare studi diagnostici comparativi su pergamene di antica e recente tradizione, finalizzati, da un lato, a comprenderne le differenze produttive, dall’altro a individuare i meccanismi di degradazione del materiale, utili a loro volta per la progettazione di soluzioni di restauro dei manufatti antichi, oltre che di soluzioni tecnologiche per il miglioramento delle prestazioni dei materiali di più recente produzione. 

Costituisce un esempio in tal senso, uno specifico studio comparativo (Florio C., et al., 2014) volto a mettere in relazione caratteristiche tecniche e merceologiche di campioni di pergamena rilevati da manufatti di interesse storico e campioni di pergamena per la recente produzione di paralumi. 

I frammenti di pergamena antichi analizzati nel corso dell’attività svolta, sono stati nello specifico prelevati da un drappeggio di alcune statue abruzzesi di interesse religioso, del tardo medioevo, a rimarcare la varietà degli utilizzi di tale materiale, nell’ambito delle molteplici produzioni di interesse storico, artistico e culturale nei quali è stato impiegato. Va inoltre aggiunto che la pergamena analizzata, nel manufatto originario, risultava essere assemblata ad altri materiali, che hanno costituito oggetto di ulteriori approfondimenti; sono stati in particolare analizzati frammenti di tessuti, gesso e legno decorato con la tecnica dell’estofado, una particolare tecnica decorativa utilizzata prevalentemente per ornare manufatti in legno, raffiguranti soggetti sacri, nell’ambito di molte produzioni religiose, a partire dal medioevo (figura 2).  

 

Figura 2: Statue abruzzesi di interesse religioso da cui sono stati prelevati i reperti di pergamena analizzati 

 

I campioni antichi e moderni sono stati analizzati mediante tecniche di Spettroscopia Infrarossa in modalità ATR (ATR-IR: Attenuated Total Reflection Infrared Spectroscopy); Microscopia Ottica e Microscopia Elettronica a Scansione con sonda a raggi-X (SEM-X-ray probe); Tecniche gas-cromatografiche, con particolare riferimento alla tecnica GC-MS con sistema di campionamento Purge & Trap; Analisi termica mediante sistema DSC/TGA accoppiato a spettrometria di massa. 

Le differenze riscontrate nei due casi (figure 3 e 4), hanno consentito di ottenere cruciali indizi sulle differenze produttive dei campioni e sulle relative cause del degrado riscontrato.  

 

Figura 3: Sovrapposizione degli spettri IR della pergamena antica e della pergamena moderna  

Figura 4: Analisi termica dei campioni di pergamena 

 

In sintesi, l’interesse della SSIP verso gli studi rivolti alla diagnosi del degrado di manufatti di interesse storico-artistico è andato maturando nel corso degli anni, non solo in considerazione della maggiore esperienza acquisita, ma anche in virtù del possibile utilizzo delle informazioni ottenute da tali studi, nell’ambito delle ordinarie attività di supporto al settore; i meccanismi di degrado di manufatti odierni, infatti, pur verificandosi su una scala dei tempi limitata, rimandano, concettualmente, al degrado dei manufatti antichi, quali sono normalmente i manufatti di interesse storicoartistico, oggetto del settore dei beni culturali. La comprensione dei meccanismi di degrado dei suddetti manufatti costituisce pertanto uno strumento utile a migliorare le competenze tecniche di supporto al settore conciario. La pianificazione dei lavori di restauro, inoltre, prevede anche accurati studi di fattibilità sull’utilizzo di alcuni polimeri come materiali di consolidamento degli articoli degradati, che apportano un ulteriore contributo all’ampliamento del patrimonio di conoscenze in materia di compatibilità tra pelle/cuoio e polimeri di rifinizione, relativamente alla funzione di consolidamento e protezione al degrado svolta da questi. 

 

-       Florio C., Naviglio B., Calvanese G., Nicolella P., Piccioli C., Advanced diagnosis of the degradation of a parchment of historical concernDiagnosis for the Conservation and Valorization of Cultural Heritage, Aracne editrice, pag. 47-58, 2014 – DOI: 10.4399/97888548785566; CPMC, 89,3,165-179, 2013; IV International Conference of “Conservation and Valorization of Cultural Heritage” 11-12 December 2014, Naples – Italy. 

 

-       Florio C., Naviglio B., Calvanese G. – Advanced Approaches in Leather Research using X-Ray Probe Equipped SEM Microscopy – JSLTC –  Journal of the Society of Leather Technologists and Chemists  – Volume 101 – July-August 2017 – Number 4 – ISSN 0144-0322, 165-172. 

 

-       Florio C., Calvanese G., Naviglio B., Siani B., Metal based defects – Resolving actions and their planning through the instrumental diagnosis of the semi-processed leathers – Cuoio Pelli e Materie Concianti (CPMC), 88, 5 , 261-276, 2012; LX AICC National Congress, Ravello (SA) – June 15 2012. 

 

-       Naviglio B., Florio C., Calvanese G. – Diagostic investigation for the evaluation of the deterioration of an ancient leather artefact – CPMC, 2011, 87 (5/6): 253-256; II International Conference “Diagnosis for the conservation and valorization of cultural heritage” Atti PP. 174-177, Napoli, 15-16 dicembre 2011. 

 

 

 

A cura di Claudia Florio – Coordinatore Dipartimento Biotecnologie Conciarie

 

 

La mostra “La Casa del Guanto” sarà visitabile presso il Museo della Moda di Napoli – Fondazione Mondragone dal 19 gennaio al 12 marzo 2024.

 

Per info e prenotazioni: https://museodellamodanapoli.com/

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