Aspetti tecnici della tintura delle pelli

 

Il processo conciario consiste in una serie di lavorazioni, nelle quali le pelli subiscono dei trattamenti chimici e meccanici.

Tra i trattamenti chimici fa parte la fase di tintura, che serve a conferire alla pelle il colore richiesto attraverso l’uso di specifici coloranti. Viene eseguita dopo le fasi di riconcia, ingrasso e neutralizzazione. Uno dei metodi più usati prevede l’uso di bottali ad una temperatura di 35-60°C, a seconda di come sono state conciate le pelli da trattare. La durata del processo si aggira intorno ad un’ora, comunque il tempo necessario per far attraversare il colore a tutta la sezione e far fissare il colorante alla pelle.  La tintura si conclude quando si raggiunge un buon esaurimento del bagno, oppure nel caso contrario conviene scaricare ed eseguire dei lavaggi con l’aggiunta di acido, in modo da cercare di fissare il colorante ed allo stesso tempo eliminarne l’eccesso.

Apparentemente semplice, questo step può presentare delle criticità di varia natura: infatti per ottenere il colore desiderato, non basta saper miscelare i vari colori ma vanno considerate alcune criticità che possono presentarsi. Una delle prime considerazione va fatta sul materiale di partenza: è noto che a seconda del sistema di concia usato le pelli wet presentano colori differenti. Quindi, l’abilità del tintore sta nel variare il rapporto dei coloranti a disposizione per ottenere il colore finale, in base allo stato delle pelli da lavorare. Nel caso di lavorazioni che prevedono l’applicazione di pigmenti, può bastare anche avvicinarsi al colore richiesto, per poi ottenere con la successiva rifinizione il colore finale. Discorso diverso nel caso di articoli non rifiniti in quanto bisogna per forza aggiustare e quindi ottenere il colore desiderato durante la lavorazione in bottale.

Altri problemi si possono presentare a processo finito, tra i quali:

  • tintura non uniforme: può essere causata da eccesso di basificazione, movimento insufficiente e quindi una insufficiente miscelazione del bagno di tintura, aggiunta di coloranti troppo concentrati ed altro;
  • presenza di macchie: dovute a residui di coloranti non disciolti, formazione di sedimenti nel bagno di tintura o temperatura troppo alta;
  • bronzatura della tintura dovuta all’uso eccessivo di coloranti;
  • tintura sbiadita o solo superficiale ed altre criticità di varia natura.

Dal punto di vista tecnico i parametri di processo maggiormente rilevanti sono il materiale di partenza, la temperatura, l’azione meccanica, il volume del bagno e la scelta dei coloranti da usare.

Per quanto riguarda le performances richieste va considerata sicuramente la solidità alla luce, specialmente per gli articoli non rifiniti: in questo caso per ottenere una buona resistenza si fa affidamento sulla qualità dei coloranti, scegliendo prodotti con elevata resistenza, ma è anche determinante il materiale da tingere. Infatti, è utile usare riconcianti ed ausiliari adatti con ingrassi che non tendono ad ingiallire. In figura è rappresentato la differenza della solidità alla luce di due campioni notando che il campione rifinito mostra una maggiore resistenza alla luce.

Figura 1: solidità del colore alla luce in accordo con UNI EN ISO 105-B02:2014

 

A cura di

dott. Francesco De Piano

Tecnologo di Ricerca 

 

Pubblicato il: 24 ottobre ore 15

 

 

La mostra “La Casa del Guanto” sarà visitabile presso il Museo della Moda di Napoli – Fondazione Mondragone dal 19 gennaio al 12 marzo 2024.

 

Per info e prenotazioni: https://museodellamodanapoli.com/

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