Nell’ultimo anno sono state pubblicate dalla Commissione europea delle comunicazioni che hanno interessato anche il settore conciario, dalla “Nuova strategia dell’UE per le foreste per il 2030” alla “Strategia dell’UE per prodotti tessili sostenibili e circolari”.

Vediamo in sintesi di cosa si parla nei comunicati e in che modo incidono per il settore conciario.

 

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

Nuova strategia dell’UE per le foreste per il 2030

Il Parlamento europeo ha raggiunto un accordo preliminare con i governi europei sulla legge che vieta l’importazione di prodotti che contribuiscono alla deforestazione. La norma renderà obbligatorio per le aziende verificare e rilasciare una cosiddetta dichiarazione di “due diligence”, che verifichi che i beni immessi sul mercato dell’UE non abbiano portato alla deforestazione e al degrado delle foreste in qualsiasi parte del mondo.

Secondo il testo concordato, anche se nessun Paese o merce in sé sarà vietata, le aziende non potranno vendere i loro prodotti nell’Ue senza questo tipo di dichiarazione.

Le aziende dovranno verificare la conformità con la legislazione del Paese di produzione, anche in materia di diritti umani, nonché il rispetto dei diritti delle popolazioni indigene interessate. I prodotti coperti dalla nuova legislazione sono: carne suina, ovina e caprina, pollame, cacao, caffè, olio di palma, soia e legno, compresi i prodotti che contengono questi, sono stati realizzati, o nutriti (nel caso di prodotti di origine animale), utilizzando queste materie prime. Alla lista sono stati aggiunti la gomma, il carbone, i prodotti di carta stampata e una serie di derivati dell’olio di palma.

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

Strategia dell’UE per prodotti tessili sostenibili e circolari

 

Il consumo di tessili in Europa ha il quarto maggiore impatto sull’ambiente e sui cambiamenti climatici, dopo cibo, alloggio e mobilità. È il terzo settore per maggiore utilizzo di acqua e suolo e quinto per utilizzo di materie prime primarie ed emissioni di gas serra.

In Europa mediamente vengono eliminati 11 kg di tessuti per persona ogni anno. In tutto il mondo, un camion carico di tessuti viene portato in discarica o incenerito ogni secondo. La produzione tessile globale è quasi raddoppiata tra il 2000 e il 2015 e si prevede che il consumo di abbigliamento e calzature aumenterà del 63% entro il 2030. Parallelamente aumenteranno di conseguenza gli impatti negativi su risorse, acqua, consumo di energia e clima; la necessità di affrontare la produzione e il consumo di tessuti si impone più urgente che mai.

La strategia dell’UE per i tessili sostenibili e circolari invita ad un nuovo approccio per raggiungere importanti obiettivi in ​​modo armonizzato. La strategia attua gli impegni presi nell’ambito del Green Deal europeo e mira a creare un settore più verde, competitivo, moderno e resistente agli shock globali.

Le aziende tessili interpretano secondo un proprio modello la sostenibilità declinata sui prodotti di cui sono produttori e venditori. Alcune aziende essendo retailer “total look” nei loro documenti hanno anche la parte sulla pelle, oltre che sul tessile.

Alcune note aziende, nei loro documenti di sostenibilità, hanno un capitolo in cui tra le “sustainable fibers” elencano tutte le fibre che possono essere utilizzate e le certificazioni necessarie prima della produzione, durante la produzione e dopo la spedizione.

Di seguito un esempio:

 

Altre richieste si susseguono nel documento come ad esempio la percentuale di cotone organico minimo presente nelle fibre utilizzate per la produzione dei capi.

 

Per poter utilizzare il cuoio nel circuito specifico è necessaria la certificazione LWG (Leather working Group) con classificazione (rated) Gold oppure Silver.

 

 

A titolo esemplificativo è stato riportato il manuale operativo di una nota azienda che produce e vende articoli di moda. Di manuali si trovano versioni aggiornate semestralmente e delle diverse case produttrici.

 

 

 

 

 

 

Articolo a cura dell’Ing. Daniela Caracciolo

Coordinatore tecnico-scientifico Dipartimento Tecnologie per l’Ambiente SSIP

 

La mostra “La Casa del Guanto” sarà visitabile presso il Museo della Moda di Napoli – Fondazione Mondragone dal 19 gennaio al 12 marzo 2024.

 

Per info e prenotazioni: https://museodellamodanapoli.com/

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