La bioeconomia sta diventando una realtà sempre più concreta per la conceria

A cura di Martino Di Serio, Responsabile del Gruppo di ricerca NICL presso il Dipartimento di Scienze Chimiche dell’Università
degli Studi di Napoli Federico II.

Articolo pubblicato su CPMC 1/2023

 

Il cambiamento climatico e il degrado ambientale costituiscono problematiche potenzialmente fatali per il genere umano: per
scongiurare questa eventualità è necessario mettere in atto una vera e propria transizione ecologica (processo tramite il quale le società antropiche si relazionano con l’ambiente fisico esterno, puntando a relazioni più equilibrate e armoniose nell’ambito degli ecosistemi locali e globali). Il Green Deal europeo (COM(2019) 640 final) è stato approvato con l’intento di trasformare
“l’UE in un’economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva, in grado di garantire emissioni nette di gas
serra pari a 0 entro il 2050 e una crescita economica dall’uso delle risorse, senza trascurare persone e luoghi”.

 

Inoltre, al fine di concretizzare l’obiettivo dell’UE di ridurre l’inquinamento a zero e di garantire una migliore protezione dei cittadini e dell’ambiente dalle sostanze chimiche dannose, il 14 ottobre 2020 la Commissione europea ha adottato la Strategia in materia di sostanze chimiche per la sostenibilità.
Nell’affrontare queste sfide, l’impiego di materie prime rinnovabili a base biologica (bioeconomia) può contribuire alla riduzione
dello sfruttamento delle risorse fossili e alla produzione di sostanze chimiche più sicure per la salute e per l’ambiente, ottenendo un notevole effetto benefico anche in termini economici: “La diffusione di una bioeconomia sostenibile e circolare stimolerà la competitività dei settori che la compongono e sosterrà la creazione di nuove catene di valore in Europa, migliorando al contempo lo stato complessivo delle nostre risorse naturali”. I pilastri tecnologici su cui poggia la bioeconomia sono la biotecnologia industriale e la chimica verde. La biotecnologia industriale si fonda sull’applicazione delle biotecnologie (uso di microrganismi o enzimi) ai fini della produzione industriale, mentre la chimica verde consiste nella “progettazione
di prodotti chimici e processi che riducono o eliminano l’uso o la generazione di sostanze pericolose”. La bioeconomia sfrutta le biotecnologie e la chimica verde per ottenere prodotti chimici, materiali e carburanti a partire da materie prime rinnovabili (risorse biologiche e rifiuti).

 

Il forte impulso verso i prodotti a base biologica non va attribuito soltanto alla normativa, ma anche alla preferenza mostrata dai consumatori nei confronti di questo tipo di prodotti rispetto a quelli di origine fossile.
La tendenza all’impiego di prodotti a base biologica coinvolge anche il settore conciario. A fine luglio 2022, ILM ha condotto il suo annuale sondaggio relativo alla fiducia affari delle aziende conciarie: l’84% dei conciatori intervistati ha dichiarato di essere già alla ricerca o di volersi impegnare attivamente nella ricerca di prodotti chimici per la lavorazione della pelle interamente a base biologica o con un contenuto di sostanze a base biologica parzialmente superiore rispetto a quello dei prodotti chimici contenenti carbonio fossile attualmente impiegati. Sul mercato sono già disponibili diversi prodotti a base biologica per la conceria, come agenti concianti, liscivie grasse, lubrificanti biologici e prodotti di finitura. Nonostante l’impiego su larga scala di prodotti a base biologica nel settore conciario sia solo agli albori, le prospettive appaiono molto interessanti. Le sfide con cui la ricerca deve confrontarsi riguardano il contenimento dei costi e la completa sostituzione delle componenti derivate da materie prime di origine fossile.

 

Tuttavia, un effettivo impegno in tal senso non è ancora stato dimostrato in questo contesto. Effettuando una ricerca (20/02/203) all’interno della banca dati di Scopus [8], si potrà notare come gli articoli inerenti alla tematica del “bio based” nel suo complesso siano 117.015, contro i soli 117 documenti dedicati alle applicazioni conciarie dei prodotti a base biologica (“bio based and leather”).
Alla luce dell’importante ruolo ricoperto dall’industria della pelle, del fatto che la pelle stessa sia un bioprodotto dell’economia circolare e dei promettenti risultati già ottenuti dall’impiego di prodotti chimici a base biologica, appare imprescindibile la necessità di operare un grande investimento volto a finanziare la ricerca in questo ambito, sia nel settore pubblico che in quello privato. Un progetto che si orienta in questa direzione è quello del Partenariato Esteso (PE) dal titolo “3A-ITALY”, incentrato sulla circolarità nel Made in Italy. I Partenariati Estesi sono programmi di ricerca condotti da reti diffuse di Università, Enti Pubblici di Ricerca, e altri soggetti pubblici e privati, finanziati dal PNRR italiano. Questo progetto multiforme prevede iniziative specifiche nel settore conciario, volte ad aumentare la circolarità e l’utilizzo di prodotti a basso impatto ambientale. Il PE 3A-ITALY rappresenterà l’inizio di un’azione coordinata del sistema conciario italiano (composto da concerie, formulatori di prodotti conciari, centri di ricerca, utenti finali) a favore dell’economia circolare e della bioeconomia.

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La mostra “La Casa del Guanto” sarà visitabile presso il Museo della Moda di Napoli – Fondazione Mondragone dal 19 gennaio al 12 marzo 2024.

 

Per info e prenotazioni: https://museodellamodanapoli.com/

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